Presentazione

Io credo che tutti coloro che lavorano nei musei, che sono appassionati della loro storia o che ne seguono le attività, sappiano che anni fa sono sorti in Francia e in Inghilterra due movimenti culturali che si ponevano l’obiettivo di discutere il significato dei musei e di ipotizzare per essi nuove organizzazioni e nuovi modelli di gestione. I due movimenti, sebbene abbiano lo stesso nome, sorsero indipendentemente l’uno dall’altro, in tempi diversi e con una differente filosofia di base.

In Francia La Nouvelle Muséologie, fondata ufficialmente a Marsiglia nel 1982, si rifaceva alle idee elaborate attorno a quello che venne chiamato Le Musée de voisinage, o, in America, The Neighborhood Museum, e cioè un museo aperto all’esterno, trasportato fuori dalle mura di un edificio, fatto dalla collettività e per la collettività. L’obiettivo della Nouvelle Muséologie era cioè quello di “abbattere lo scalone monumentale del museo, di abolire la distanza fra il pubblico e il contenuto del museo” e di enfatizzare il suo ruolo di luogo di uso collettivo; un’idea che concordava con la musealizzazione totale, espressa ben prima degli anni Settanta nel concetto di ecomuseo.

Anche il movimento inglese The New Museology, proposto da Peter Vergo nell’omonimo volume del 1989, si proponeva di rompere con la vecchia museologia attraverso l’adozione di nuove tecniche e di un nuovo linguaggio che permettessero di rivisitare il ruolo sociale e politico del museo, senza tuttavia trasformarlo in una struttura popolare al servizio del popolo, come voleva La Nouvelle Muséologie, ma conservandone invece l’essenza tradizionale e la posizione elitaria nell’ambito della società.

Se si fa eccezione per qualche caso isolato, i museologi italiani sono rimasti al di fuori dal dibattito internazionale sulla museologia, in ragione della concezione riduttiva dei musei affermatasi in Italia, che ha relegato queste istituzioni in un ruolo eminentemente conservativo. Per questa ragione non vi è stato in Italia un dibattito paragonabile a quelli che si sono avuti in Francia e nel Regno Unito, non vi è stata cioè una Nuova Museologia.

Questa rivista ha come obiettivo proprio il rilancio nel nostro paese di un dibattito sui musei, in un momento in cui molto si discute di queste istituzioni in termini di uso economico, di organizzazione aziendale o di regolamentazione amministrativa, ma non in termini di museologia, intesa come studio dei musei, della loro storia, della filosofia che sta alla loro base, del loro significato sociale e politico, delle loro finalità educative e culturali e dei modi che essi utilizzano per raggiungerle.

Nuova Museologia è dunque una rivista che si rivolge a tutti coloro che operano nei musei o che in qualsiasi modo si interessato di museologia, di museografia e di museotecnica. La rivista è aperta alla collaborazione di quanti si interessano ai problemi e alla vita dei musei. I contributi vengono pubblicati in lingua originale (italiano, inglese, francese, spagnolo). Tutti i materiali, adeguatamente predisposti, vanno inviati alla Redazione.

Dal numero 30 la rivista è pubblicata solo online ed è liberamente scaricabile.

Giovanni Pinna